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Visita all'Oratorio di San Lorenzo
20 febbraio 2016
Sabato 20 gennaio 2016 le soroptimiste di Palermo e i loro ospiti hanno visitato l’Oratorio di San Lorenzo di Giacomo Amato con pregevoli stucchi di Giacomo Serpotta. Nell’altare si trova ora la copia digitale della Natività di Michelangelo da Caravaggio. Dopo l’incontro nel gradevole piccolo chiostro, è iniziata la visita guidata da due docenti dell’Università di Palermo, il prof. Pier Francesco Palazzotto per la parte storico-artistica e il prof. Roberto Pirrone per la parte informatica.
Il prof. Palazzotto ha spiegato come l’Oratorio sia stato ideato da Giacomo Amato attorno alla Natività con i Santi Lorenzo e Francesco del Caravaggio, sita nel presbiterio. La Natività stessa si discosta dalle altre opere siciliane dell’Autore, come quelle di Siracusa e Messina, per i colori più vivaci. Due serafini del Serpotta sembrano sostenere e offrire il quadro, secondo moduli presenti nel Barocco romano. Lungo la navata si trovano statue allegoriche in stucco del Serpotta circondate da putti e quelli che Giulio Carlo Argan chiamò “teatrini”: altorilievi con episodi della vita dei Santi Lorenzo e Francesco inseriti in nicchie che danno l’idea del palcoscenico con le tende-sipario aperte da putti. Dato che l’Oratorio stesso è una scatola e che gli spettatori sono all’interno della scatola-teatrino, è come se tutto fosse una rappresentazione. Le diverse espressioni e i diversi movimenti dei putti suggeriscono e anticipano la risposta emotiva da parte degli spettatori. È un elemento tipico del Barocco. Nella controfacciata si trova la scena del Martirio di San Lorenzo sormontata dalla Crocifissione, sempre stucchi del Serpotta. Dato che gli oratori avevano la doppia funzione di chiesa e di luogo di riunione e che lo scanno dell’Abate si trovava sotto la controfacciata, l’oratorio è e dev’esser bidirezionale. Si va dall’alfa all’omega, dalla nascita di Cristo alla Crocifissione, dalle vita di San Lorenzo nei teatrini al suo martirio. Numerose sono le corrispondenze simboliche e iconografiche all’interno dell’Oratorio, che rendono fortemente coerente tutta la rappresentazione.
Il prof. Pirrone ha parlato della copia digitale della Natività, il cui originale è stato rubato nel 1969. A partire da una foto di Enzo Brai si è lavorato, ingrandendo e “pulendo” digitalmente, sino ad ottenere un’opera che si può considerare una “rimaterializzazione”. Grazie all’altissimo numero di “punti”, di gran lunga superiore a quello di una semplice diapositiva, si riescono a vedere le pennellate, le sfumature di colore in quella che è sì una copia ma che è in realtà un’altra opera, appunto rimaterializzata. Per certe sfumature di rosso si è studiato il colore delle opere caravaggesche ini San Luigi dei Francesi e nella Chiesa di Piazza del Popolo a Roma. L’altissima competenza tecnologica dell’agenzia che ha curato la rimaterializzazione è stata illustrata dal prof. Pirone cercando di adattare i tecnicismi alla fruizione da parte di un pubblico colto ma certo non padrone delle tecniche dell’informatica umanistica.
Il numerosissimo pubblico ha goduto della splendida mattinata d’arte, inficiata solo dall’assenza della Presidente del Club, Patrizia Lendinara, che non ha potuto partecipare all’evento a causa dei postumi di un incidente, e che è stata brillantemente sostituita dalla prima Vice-presidente, Simona Masellis.