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Foto "Thea e i primi abitanti della Sicilia" - Conferenza al Museo Gemmellaro

"Thea e i primi abitanti della Sicilia" - Conferenza al Museo Gemmellaro

Giovedì 16 febbraio il Soroptimist Club di Palermo ha incontrato “Thea e i primi abitanti della Sicilia” presso il Museo Gemmellaro. Il prof. Valerio Agnesi, ordinario di Geografia fisica e Geomorfologia, Direttore del Museo Gemmellaro e Delegato alla valorizzazione e al funzionamento delle strutture museali e delle collezioni storiche e scientifiche dell’Ateneo di Palermo, e la dott.ssa Carolina Di Patti, Conservatore del Museo Gemmellaro, hanno presentato la storia del ritrovamento di Thea. Il prof. Paolo Inglese, da poco nominato Direttore del Sistema Museale dell’Ateneo di Palermo, ha porto agli intervenuti il suo saluto e illustrato le funzioni e le finalità di questa nuova struttura.
Il prof. Agnesi, dopo aver esposto la storia del Museo e del suo fondatore, prof. Gemmellaro, dal 1860, ha narrato le vicende del ritrovamento di sei scheletri preistorici nella grotta di San Teodoro presso Acquedolci (Messina). A Palermo sono rimasti quello di Thea e il cranio di un uomo perché gli altri si trovano nei musei delle città in cui operavano gli organizzatori delle campagne di scavo. Thea appartiene alla specie dell’Homo Sapiens Sapiens e la cultura di riferimento risulta notevolmente avanzata, come si vede dalla pratica dell’inumazione (i cadaveri venivano seppelliti nelle grotte che fungevano anche da abitazione) con corredo funebre (Thea aveva vicina una collana di denti di cervo). La grotta di Thea è stata ricostruita nella sala in cui lo scheletro è esposto.
Ci si può chiedere se gli uomini e gli animali siano arrivati dall’Africa o dall’Europa attraverso la penisola italiana, cioè se la Sicilia fosse un punto di arrivo o il trampolino dall’Africa verso l’Europa. Come dimostra la sequenza delle glaciazioni e dei periodi interglaciali, durante la glaciazioni, quando il mare si ritira, la Sicilia era unita all’Italia e a Malta e quindi i primi abitanti sono arrivati dall’Europa attraverso l’Italia, per rimanere in Sicilia nei periodi interglaciali, quando il mare ricopre buona parte delle terre emerse.
Dopo la conferenza, il prof. Agnesi e la dott.ssa Di Patti hanno guidato il pubblico alla visita della sala di Thea e della sala degli elefanti. In Sicilia sono stati trovati resti di tre tipologie di elefanti, quello Antiquus, di grandi dimensioni, che si trova in Italia e in Europa, quello medio e quello piccolo, Falconeri, che si trova solo in Sicilia e a Malta. L’analisi con il carbonio 14 e la stratidficazone riscontrata in un sito dimostrano che il più antico è il Falconeri. L’ipotesi degli studiosi è che sia arrivato, in periodo di glaciazione, l’Antiquus e che la sua taglia si sia ridotta per mancanza di predatori. Il Falconeri si è poi estinto, con il passare dei millenni, e durante un’altra glaciazione è poi arrivato di nuovo l’Antiquus, la cui taglia si è ridotta a media a causa della presenza documentata di grandi predatori, che sono esposti pure nella sala.
Davanti ai resti dell’elefante di taglia media, l’unico che si sia potuto assemblare, la Presidente del Soroptimist Club di Palermo ha ringraziato il prof. Agnesi e la dott.ssa Di Patti dell’interessantissimo pomeriggio donando a ciascuno di loro un crest del Soroptimist e al Museo un guidoncino – ricordo.
 

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